Non mi arrendo! Essere un gay cattolico in Camerun
Testimonianza di Bernard raccolta da Adélard il 1 maggio 2020, liberamente tradotta dal francese da Giacomo Tessaro
Mi chiamo Bernard e sono camerunense. La vita mi ha fatto diventare amico, fratello, genitore, confidente e difensore di molti giovani omosessuali del mio Paese, dato che io stesso sono omosessuale e conosco bene le situazioni in cui possono trovarsi gay e lesbiche in Camerun.
Mi sono battuto per creare un angolino dove i giovani omosessuali possano incontrarsi per scambiarsi opinioni e trovare dei passatempi adatti a loro. Faccio del mio meglio per offrire loro delle risposte ai loro dubbi sul rapporto con Dio, le loro famiglie, la Chiesa, la società e soprattutto la legge.
Vengo da una famiglia profondamente cattolica e ho imparato che il nostro Dio è misericordia, anche se alla Chiesa ripugna profondamente l’omosessualità. Il motivo che sta dietro alle mie azioni è l’amore del prossimo, faccio di tutto per vedere il mio prossimo gioire e migliorare.
Avendo vissuto l’emarginazione psicologica da parte della Chiesa e della società, voglio offrire il mio sostegno morale e materiale a quante più persone possibile. Aiuto e insegno agli altri a gestire le emozioni e i sentimenti per riuscire a vivere in serenità e tranquillità in una società ancora rigida e ignorante.
La mia convinzione di agire per il bene di questi giovani non si ferma neanche quando capita una tragedia: mi batto anche per poter intervenire quando qualcuno viene arrestato al commissariato o alla gendarmeria (perchè gay).
Testo originale: Un sacrifice pour le bonheur commun